Paramotor
Quello che segue è un avviso all’attenzione di tutti i piloti di paramotore riguardante la gamma di pesi e la certificazione DGAC.
Per verificare la tenuta strutturale di un parapendio o di una vela da paramotore, si sceglie la taglia più grande di una vela per sottoporla al test di carico EN 926.1. Questo test è composto da due fasi: un test di shock statico ed un test di carico prolungato. Nel primo, usando un sistema d’aggancio (un fusibile) con un carico di rottura di almeno 1000kg (anche di più per i biposti), il parapendio deve resistere ad una brutale riapertura istantanea senza alcun visibile segno di danni alle linee oppure alla velatura. La stessa vela deve poi sostenere un test di carico prolungato, venendo gonfiata e trainata lungo una pista da un grosso camion, fino a quando si raggiunge un carico alare medio di 8G per almeno tre secondi, sempre senza alcuna rottura. 8G è il minimo fattore di carico accettabile per la certificazione EN, calcolato moltiplicando per 8 il carico massimo concesso per la vela.
Oltre al test EN 926.1 alcune vele da paramotore vengono anche riconosciute dal DGAC, un ente responsabile in Francia per la certificazione degli ultraleggeri (ULM) e dei velivoli leggeri a motore (paramotore). Sulla base dei risultati dei test di carico EN, il DGAC accetta il valore di 5.25G come fattore di carico massimo. Entrambi: il valore di 8G dell’EN e quello di 5.25 del DGAC, assieme ai pesi raccomandati per il volo libero (parapendio) e quelli per il volo a motore (paramotore), per vostro riferimento vengono indicati nelle specifiche di molte delle vele da paramotore. Il riconoscimento e l’adozione dei limiti DGAC possono variare da costruttore a costruttore.
Noi consideriamo che il fattore di carico del DGAC di 5.25G sia accettabile per un ‘normale’ impiego dei paramotore come: volo in circuito, XC, volo avventura, gare di slalom, wingovers ecc. Anche alcune manovre di discesa rapida rientrano nella definizione di ‘normali’: spirali con un tasso di caduta di circa 10m/s sono generalmente considerate sicure.
Tuttavia, durante i nostri collaudi in Ozone abbiamo registrato carichi fino a 5.25G durante spirali affondate con bordo d’attacco rivolto al suolo su tutta la gamma di taglie delle vele. Teoricamente, non dovrebbe essere possibile causare la rottura di una vela volandola al massimo del carico per paramotore della taglia più grande (le vele più piccole hanno un intrinseco margine di sicurezza dato del fatto che lo stesso numero di linee della stessa dimensione sopportano un più basso carico massimo), ma bisogna tenere in considerazione questi fattori:
a) il naturale indebolimento delle linee per via dell’invecchiamento dei materiali;
b) i potenziali o occidentali danni alle linee durante il normale impiego;
c) ed il fatto che durante una spirale o altre aggressive manovre acrobatiche il carico non viene distribuito omogeneamente lungo tutta l’apertura alare come avviene durante i test di certificazione,
d) c’è un margine di sicurezza strutturale significativamente minore volando una vela da paramotore vicino al peso massimo DGAC.
Per questa ragione la nostra raccomandazione a tutti i piloti di paramotore è che nel caso stiano volando con elevati carichi alari (nella metà superiore della gamma di peso raccomandata per paramotore) dovrebbero essere evitate le spirali affondate ed altre aggressive manovre acrobatiche. Eseguendole, si corre il rischio di indurre la rottura delle linee con potenziali conseguenze fatali..
Scelta della taglia della vela
La vela più indicata per voi dipende da come volete impiegarla. Se vi interessa semplicemente volare in paramotore, scegliete una gamma di peso centrata nella taglia della vela (peso tutto incluso, con vela, motore, carburante ecc.).
Se però volete impiegare la vostra vela anche in volo libero, considerate di scegliere una taglia da volare al massimo del carico da parapendio (considerando tutta l’attrezzatura da volo: selletta, vela, emergenza ecc.).
Non volate mai oltre il carico raccomandato per il paramotore.
FAQs: